6.27.2014

Arctic Monkeys - AM (2013, Domino)

Se "Suck it and see" è stato la dolce conferma del percorso intrapreso con "Humbug", "AM" attesta che gli Arctic Monkeys possono dare ancora di più; questo è uno dei dischi rock del 2013, nonché  l'album più maturo e completo della band di Alex Turner.

9/10      

Highlights: Tutto.

6.22.2014

Lana Del Rey - Ultraviolence (2014, Polydor / Interscope)

Sebbene la copertina retrò in bianco e nero e il riferimento ad Arancia Meccanica nel titolo siano dettagli intriganti, è la presenza alla regia di un moderno santone come Dan Auerbach ad accrescere esponenzialmente la brama di catapultarsi all’ascolto del nuovo album di Lana Del Rey. Le (a dire il vero poco giustificabili) perplessità sull’efficacia della collaborazione svaniscono all’istante: questo connubio è ultra azzeccato. La pronunciata vena cinematica della songwriter newyorkese – già in evidenza nei brani passati, arrangiati da producer di stampo pop e hip-hop – tocca nuove vette grazie allo splendido lavoro di Auerbach, che annega quella voce misteriosa in riverberi infiniti e la infila in un contesto analogico, caldo, vero. "Cruel world" punta subito verso i litorali psichedelici cari ai Black Keys; l’eleganza della title track e l’incedere glorioso di "Shades of cool" confermano che qui si fa sul serio. "Brooklyn baby" è un’ode a Lou Reed, "Money power glory" una riuscita riflessione sulla fama, "Fucked my way up to the top" uno sfogo personale da applausi, "Black beauty" un manifesto. Il classicismo di "Old money" incanta, mentre il repentino cambio di ritmo nel ritornello di "West Coast" tiene alta la tensione. Infine, a tirare in ballo Nancy Sinatra e compagnia bella in "Pretty when you cry" e "The other woman" non si commette peccato. Ultraviolence è insieme una dimostrazione di maturità e una lezione di stile. E anche se rispetto a "Born to die" potrebbe incontrare qualche difficoltà in più a scalare le classifiche, farà ricredere anche i più scettici sulla credibilità artistica di Elizabeth Grant: la ragazza ha carisma da vendere.

9/10      

Highlights: Tutto.

6.12.2014

Clean Bandit - New eyes (2014, Atlantic)

"Rather be" ha messo d'accordo quasi tutti: melodia solare, arrangiamento non esattamente innovativo ma neppure scontatissimo (nell'era dei singoli dance prodotti con lo stampino), attitudine eclettica il giusto. "New eyes" riflette pregi e difetti del singolo: è un disco d'impatto, piuttosto coerente a livello di suono (nonostante la miriade di ospitate alla voce che inevitabilmente finiscono per incidere sulla personalità dei singoli brani), facile ma curato. Il connubio classica/dance funziona senza fare gridare al miracolo: tra episodi azzeccati e altri meno incisivi, globalmente il disco regge - ma gli ampi margini di miglioramento sono chiaramente percepibili.

7/10      

Highlights: Extraordinary, Rather be, A + E, Up again, Birch, Rihanna, Nightingale.

6.10.2014

Archive - Axiom (2014, Dangervisit)

C’è un dettaglio che può passare inosservato ai più quando si parla degli Archive. Sono una delle poche band (anche se sarebbe meglio definirli collettivo) che si può permettere di sfoggiare un inconsueto accostamento di stili alla voce “genere musicale”: Trip-hop / Progressive Rock. Il gruppo di Londra è attivo da quasi 20 anni: inizialmente veniva facilmente incasellato nel contesto del Bristol Sound, ma col tempo ha esplorato diverse vie, finendo per trovare una ragione di esistere (a quanto pare definitiva) nello spicchio più impegnato e artistico del rock. La loro forza non è da ricercare nella tecnica individuale dei musicisti, e nemmeno in composizioni di altissimo livello. Il dono degli Archive si manifesta nell’atmosfera che riescono a creare, nelle immagini che dipingono con il suono, nei viaggi che fanno vivere all’ascoltatore (attento, non casuale). E accade esattamente questo in "Axiom", nono album in studio degli inglesi e colonna sonora dell’omonimo cortometraggio della durata di 40 minuti curato dai film maker spagnoli NYSU. Axiom è un’isola nel nulla, dalla quale non si può scappare; sottoterra c’è una città popolata da abitanti il cui destino è legato ai rintocchi di una campana. Le immagini in bianco e nero convogliano una sensazione di mistero, e a giudicare dal trailer e dai teaser (che si possono assaggiare qui) la storia ha tutte le carte in regola per essere definita una distopia. Da sempre incline al concettuale e forte di un’attitudine drammatica contaminata da un pizzico di english humor, il collettivo di Londra conferma la sua maestria nel destreggiarsi tra momenti delicati e intensi crescendo con sette tracce indissolubilmente collegate tra di loro a livello lirico e musicale. "Axiom" è un disco che funziona benissimo da solo; ma analizzando i testi e perdendosi nei paesaggi di pezzi come "Shiver" e "Distorted angels" la voglia di guardare il corto sale a dismisura.

7.5/10

Highlights: Distorted angels, The noise of flames crashing, Shiver, Axiom (reprise).

6.08.2014

Margot & The Nuclear So And So's - Sling shot to heaven (2014, Mariel Recording Company)

Onestissimo indie-rock che ondeggia placido tra frivolezza e malinconia.

7.5/10

Highlights: Hello San Francisco, When you're gone, Bleary-eye-d blue, Lazy, Flying saucer blues, Go to sleep you little creep, Swallowin' light beams.

6.07.2014

Clap Your Hands Say Yeah - Only run (2014, Not On Label)

V2, Wichita e poi nessuna label. Dei cinque membri iniziali ora rimangono solo Alec Ounsworth e Sean Greenhalgh; dell'involuzione della band negli anni successivi al memorabile debutto del 2005 si è già parlato in queste pagine (vedi recensione del terzo "Hysterical"). Inevitabile pensare a un progressivo assopirsi dell'ispirazione, a un aumento drastico della disillusione, a una ricerca di conferme che pare sempre più lontana. In realtà "Only run" non delude e non abbaglia: solo il tempo dirà se questo rappresenta un nuovo inizio o un canto del cigno per niente deplorevole.

7.5/10

Highlights: As always, Blameless, Little moments, Only run, Your advice, Impossible request.