6.30.2011

Jessie J - Who you are (2011, Lava)

Chi sei? Rihanna ("Nobody's perfect")? Christina Aguilera ("Mamma knows best")? Lady gaga ("Rainbow")? Lauryn Hill ("Love")? O molto più semplicemente una ragazza con una gran bella voce che sta cercando il suo stile personale mischiando varie influenze moderne con un'attitudine pop fine anni novanta?

7/10

Highlights: Price tag, Nobody's perfect, Big white room, Do it like a dude, Love.

6.28.2011

Noah And The Whale - Last night on earth (2011, Mercury)

La semplicità (talvolta conviviale, più spesso malinconica) dei Noah & The Whale rimane intatta sotto un velo di elettronica che dapprima spiazza, poi convince.

7.5/10

Highlights: Life is life, L.i.f.e.g.o.e.s.o.n., Give it all back, Just before we met, Old joy.

6.09.2011

Eels - End times (2010, Cooperative Music)

La vena di mister E questa volta prende una piega piuttosto malinconica. "End times" è un disco sofferto, scarno e fragile che straborda solitudine.

7.5/10

Highlights: The beginning, In my younger days, A line in the dirt, End times, Nowadays, I need a mother.

6.08.2011

Holy Ghost! - Holy Ghost! (2011, Dfa)

L'album di debutto degli ex-Automato (Nick Millhiser e Alex Frankel) non è il miracolo che la stampa specialistica vuole fare credere, ma più semplicemente un rispettabile viaggio tra electro-pop e italo-disco molto ben prodotto.

7.5/10

Highlights: Hold my breath, Jam for Jerry, Hold on, It's not over, Slow motion.

6.02.2011

Sia - We are born (2010, Monkey Puzzle)

Con il passare degli anni la Sia che un tempo prestava la voce ai tramonti di Ibiza è cambiata. Ma se fino al precedente "Some people have real problems" (2008) il mutamento era parso sottile e graduale, con questo disco la brava cantante australiana sembra volere evitare vie di mezzo, spostando l'equilibrio in maniera decisa verso un pop veloce, positivo e scanzonato. I risultati alternano (pochi) pezzi riusciti a (un bel po' di) momenti meno significativi; il valore di Sia non è in discussione, la messa a fuoco forse sì.

6.5/10

Highlights: Clap your hands, Stop trying, Hurting me now, I'm in here, Oh father.

6.01.2011

The Strokes - Angles (2011, Rough Trade)

La palese confusione manifestata con il terzo "First impressions of earth" ha reso necessario un lungo periodo di pausa, concretizzatosi in un trienno (2006-2008) di nulla. Il ritorno alla scrittura non si è rivelato facile: i disaccordi tra i membri del gruppo e il tempo buttato via insieme al produttore Joe Chicarelli (abbandonato dopo una sessione di registrazioni dalla quale si è salvato solo un pezzo) hanno rimandato ulteriormente l'uscita di questo poco convincente "Angles". Lo smarrimento della band di New York è evidente: nella decente "Two kinds of happiness" la voce di Julian Casablanca sembra quella di Billie Joe Armstrong, l'incedere danzereccio di "Games" non sembra appartenere al loro stile, così come le pur lodevoli e in un certo senso mature sperimentazioni di "Call me back". Il marchio Strokes esce rafforzato da brani come "Machu Picchu" e "Under cover of darkness", mentre scade nell'auto-referenzialità (comunque gradevole) di "Taken for a fool"; il resto è qualcosa di insipido ("You're so right", "Life is simple in the moonlight"), quando non si sfiora la tragedia ("Metabolism").

6/10

Highlights: Machu Picchu, Under cover of darkness, Taken for a fool, Gratisfaction.