7.29.2010

Teenage Fanclub - Shadows (2010, Pema/Merge)

Il bello e il brutto dei Teenage Fanclub è che potrebbero anche passare lustri, ma loro continuerebbero a suonare la musica che fanno da vent'anni a questa parte senza problemi.

7/10

Highlights: Baby lee, The fall, Dark clouds, The past, Today never ends.

7.20.2010

Autokratz - Animal (2009, Kitsunè)

I passi in avanti rispetto allo sciatto mini-debutto "Down & out in Paris & London" sono evidenti, ma le undici tracce contenute in "Animal" faticano parecchio quando si tratta di affrontare la difficile questione della personalità. I problemi principali si identificano nella banalità della voce, nelle stesure piatte e il più delle volte prevedibili e nella ricerca ostentata dei rumorismi Kitsunè - oramai offuscati dal tempo che scorre. I momenti buoni ci sono, ma si tratta di composizioni assolutamente derivative, dove i punti di riferimento sono il synth-pop e l'elettronica degli anni 90. Ciò nonostante il disco suona e riesce ad intrattenere - pur senza stupire.

7/10

Highlights: Stay the same, Speak in silence, Can't get enough, Gone gone gone, Human highway, Last show.

7.15.2010

Pendulum - Immersion (2010, Warner)

E all'alba della terza prova arriva la consacrazione. Chiacchierati e (forse) inizialmente esaltati oltre le loro potenzialità, i Pendulum rappresentano oggi quello che sono stati i Prodigy negli anni 90 - con tutti gli ovvi limiti del caso. E a questo proposito, la citazione del riff acido di "Poison" nel breakdown di "Salt in the wounds" non sembra affatto casuale; pare piuttosto un vero e proprio omaggio ai loro indiscussi maestri. "Immersion" è un gioco analogico e melodico basato su contrapposizioni tra quiete e violenza sonora ("Watercolour", "Witchcraft"), su di una attualizzazione perfetta degli anni d'oro del rave ("Set me on fire", "The vulture") e su ritornelli amichevoli arrangiati in chiave drum'n'bass maleducato ("Crush", "Under the waves", "The fountain"). C'è anche un pezzo dance dapprima delicato ("The island pt.1") e poi ultra nervoso ("The island pt.2") da fare impallidire Deadmau5 e Boys Noize in un colpo solo. E poi un brano quasi industrial ("Comprachicos") da applausi. Un disco dalle mille sfaccettature, solido e ottimamente prodotto.

8/10

Highlights: Salt in the wounds, Watercolour, Set me on fire, Under the waves, The island pt.1 (Dawn), The island pt.2 (Dusk), Comprachicos.

7.14.2010

Laurent Garnier - Tales of a kleptomaniac (2009, PIAS)

Laurent, fermamente ancorato agli anni 90 nel senso positivo del termine, che mescola vecchia scuola hip-hop, viaggi Detroit e il suo eclettismo jazzy. Disco ben prodotto (cos'altro aspettarsi?), che però troppe volte si perde in lunghi momenti di noia. Dignitoso, sebbene lontano da certi standard.

6.5/10

Highlights: No musik no life, Gnanmankoudj (Horny Monster Mix), Dealing with the man, Bourre pif (avant bath time!).

7.05.2010

Chemical Brothers - Further (2010, Parlophone)

I cinque minuti che danno il benvenuto a "Further" ti portano indietro di una decina di anni. Precisamente a "Come with us", che vide la luce nel momento d'oro del duo, quando il loro suono - dapprima un concetto riservato a pochi - divenne un vero e proprio standard, spesso emulato ma mai eguagliato. Fanno pensare al meglio, quei cinque minuti. E la conferma non tarda ad arrivare: "Escape velocity" ruba un riff ai Who, lo contorce e lo sbatacchia qua e là tra pulsazioni acide e una cassa intransigente, crescendo brutalmente a dismisura fino a farti scoppiare il cervello. Dopo tanta irruenza la decompressione di "Another world" - sottoforma di una techno più lenta e dalle atmosfere celestiali - ti lascia in una strana estasi post-rave, nudo e stremato, sdraiato su una pista da ballo deserta con gli occhi lucidi. L'attitudine psichedelica di "Dissolve" (un pezzo rock a tutti gli effetti), un esercizio di stile burlesco come "Horse power", la sublime esperienza eterea del singolo "Swoon" e un viaggio dai contorni epici come "Wonders of the deep" riprendono un discorso indie interrotto qualche album fa senza inventare nulla di nuovo, ma rafforzando la convinzione che Ed Simmons e Tom Rowlands siano ritornati in splendida forma.

8/10

Highlights: Snow, Escape velocity, Another world, Swoon, Wonders of the deep.

7.02.2010

We Are The Fallen - Tear the world down (2010, Universal)

Ci sono dischi che a giudicare dal titolo o dalla copertina talvolta possono riservare sorprese. Non è questo il caso del debutto di We Are The Fallen, che con quella bimba vestita di bianco inserita in un contesto notturno e decadente fa tutto il possibile per comunicare il suo gusto gotico. Tre dei cinque membri della band hanno fatto parte in passato degli Evanescence, ma se li doveste incontrare non fate il nome di Amy Lee, perchè a quanto pare non sono rimasti in buoni rapporti. La voce Carly Smithson arriva invece da American Idol, e ha un album solista seguito da una veloce liquidazione da parte della MCA alle spalle - classica favola moderna finita male, verrebbe da dire. Sommando nome, copertina, note di credito e ascolto appare quindi scontato il risultato: alternative metal - o come lo volete chiamare - con tutti gli ingredienti giusti nelle giuste dosi. Forse proprio per questo, piuttosto nella media.

6/10

Highlights: Bury me alive, Don't leave me behind, Sleep well my angel, I will stay.