4.30.2006

Cousteau - Cousteau (2001, Palm Pictures)

Magica malinconia pop-rock tinta di sixties.

8.5/10

Highlights: The last good day of the year, Jump in the river, How will I know, You my lunar queen, She don't hear your prayer, One good reason, Of this goodbye.

4.29.2006

Skye - Mind how you go (2006, Warner Music)

Skye Edwards se ne va dai Morcheeba portandosi via il lato più pop della band e riversandolo in questo accettabile "Mind how you go"; i pezzi non sono superlativi, anzi, rasentano spesso la banalità e sanno fin troppo di già sentito, ma la voce di Skye riesce comunque ad emozionare.

7.5/10

Highlights: Love show, Stop complaining, Calling, What's wrong with me, No other, Powerful.

4.28.2006

Jori Hulkkonen - When no one is watching we are invisible (2000, F-Communications)

Niente al di fuori di un'ordinaria musica elettronica che sfiora il lounge nella sua accezione negativa (leggasi: musica di sottofondo che ascolti e non te ne accorgi nemmeno); sfuggono alla banalità la poesia funk di "The moment", gli archi sognanti di "Flash boy" e la marcetta ipnotica vocoderizzata di "Wanna do you".

6/10

Highlights: The moment, Flash boy, Wanna do you, Back when we was attached.

4.25.2006

Squarepusher - Go plastic (2001, Warp)

Imprevedibile meraviglia sperimentale jazzata. Tom Jenkinson apre il suo settimo disco con quel capolavoro glitch che è "My red hot car", un pezzo talmente profondo e perfetto che ti fa maledire il giorno in cui hanno inventato i processi digitali che continuano a spezzarlo senza pietà; ma forse è proprio quella melodia che sfugge a creare l'atmosfera magica. Neanche il tempo di riprendere fiato e "Boneville occident" parte piano e poi ti ribalta con il suo feroce beat intelligente costruito su strati e strati di suoni manipolati e synth che viaggiano a velocità imprendibili; un ottimo modo per introdurre la spiazzante sana follia acida di "Go! Spastic". Dopo un'orgia di rumori ai limiti del disturbo conditi da una voce che sembra provenire da un ragga sound system alieno "The exploding psychology" rallenta il bpm, e anche la successiva "I wish you could talk" si riesce a classificare come pezzo drum'n'bass quasi standard. La calma prima della tempesta: "Greenways trajectory" è droga drill, e i due minuti scarsi della successiva ariosa "Tommib" diventano necessari per tornare sulla terra, per assaporare un'ombra di melodia. "My fucking sound" è il picco ambient dell'album, con un crescendo da brividi che si concretizza in un finale spacca-cervello, mentre le note di un altro capolavoro (la rilassata "Plaistow flex out") chiudono in bellezza un disco fondamentale per la musica elettronica.

9/10

Highlights: Tutto.

Afx - Hangable auto bulb (2005, Warp)

Gli oscuri sperimentalismi di cui sotto. Raccoglie gli 8 brani usciti nel 1995 in edizione limitata sui due "Hangable auto bulb e.p.", una sorta di anagramma dei più famosi "Analogue Bubblebath e.p." con i quali ha cominciato a produrre sotto lo pseudonimo Afx (a sua volta un diminutivo di Aphex). Inutile sottolineare che non si tratta di musica per tutti, anzi; chi non apprezza l'elettronica e la voglia di evadere dai confini della normalità potrebbe innervosirsi parecchio ascoltando questo disco. Ma aldilà dei gusti personali questi otto pezzi rafforzano ulteriormente la credibilità della tesi sostenuta da molti (io incluso) che Richard D. James abbia già un posto assicurato nella storia della musica.

8/10

Highlights: Hangable auto bulb, Laughable butane bob, Wabby legs, Every day, Arched Maid Via rdj.

4.24.2006

Aphex Twin - Come to daddy (1997, Warp)

Più che un singolo un pregiatissimo e.p.; Aphex sfoggia la sua vena più melodica e diventa così comprensibile anche per chi non se la sente di avventurarsi nei suoi oscuri sperimentalismi.

8.5/10

Highlights: Tutto.

Rihanna - Music of the sun (2005, Island Def Jam)

Naturale che certi album vengano accolti con una certa diffidenza, soprattutto quando in copertina c'è una bellissima e giovanissima ragazza che ha azzeccato un paio di hit da classifica pop; ma in questo caso fortunatamente la diffidenza si fa da parte. Primo perchè "Pon de replay" è stato l'unico singolo del filone ragga/dancehall inaugurato da Sean Paul nel 2003 a ridestare interesse per quella scena che una volta entrata nelle chart aveva rapidamente annoiato grazie alle varie gasoline; secondo perchè la produzione di questo disco è affidata alle sapienti mani di Carl Sturken e Evan Rogers (Aka Rhythm Syndicate), che fra l'altro avevano già provato la loro bravura soprattutto con gli *NSync e Christina Aguilera. Il risultato è molto piacevole, e la ragazza oltre ad essere bella e a sapere ballare è pure brava a cantare; dignitosissimo.

7/10

Highlights: Pon de replay, Here I go again, That la la la la, Willing to wait, Music of the sun, Rush.

4.23.2006

Stylophonic - Beatbox show (2006, Pascano Songs Ltd)

Ritorna Stefano Fontana con un disco divertente, giocoso e molto, ma molto, old-school. L'apripista-tormentone "Baby beat box" descrive perfettamente i lineamenti di "Beatbox show"; base electro, un ritornello-carillon e quella vocina bambinesca di Dirty Kylie, che o la odi o la ami. Svettano la bellissima "Pure imagination" (ideale follow up di "If everybody in the world loved everybody in the world") e l'ottima "Say what?" con il rap di Youngun.

7.5/10

Highlights: Baby beat box, Play that music, Pure imagination, Say what?, Loving you at the mad club, I am analog, Turntables times.

The Gossip - Standing in the way of control (2006, Kill Rock Stars)

Rock'n'roll che si ispira deliberatamente al sound della Motor City fine sessanta, con arrangiamenti semplici fra punk e disco; anche se gli ingredienti sembrano quelli tipici di un ennesimo disco punk-funk Dfa-style riesce nella difficile impresa di non finire in quel calderone grazie al timbro particolare della voce di Beth Ditto, che anche quando si arrabbia non riesce a mascherare la sua attitudine soul e bluesy. Forse non è niente di nuovo, e c'è da dire che con una partenza così a razzo (i primi tre pezzi sono dei veri killer, e anche il respiro di "Coal to diamonds" è azzeccatissimo) nella seconda metà l'album si perde in pezzi meno significativi, ma ciò non intacca il valore globale del disco, che nella sua leggerezza si fa ascoltare ripetutamente che è un piacere.

8/10

Highlights: Fire with fire, Standing in the way of control, Jealous girls, Coal to diamonds, Your mangled heart.

Nitin Sawhney - Human (2003, V2)

Prosegue sulla via del precedente "Prophesy" del 2001, convincendo pienamente nei suoi tratti più downbeat (le trame di "Say hello" e "Fragile wind" con la delicata voce di Tina Grace irretiscono a mo di dolce ninna nanna), deludendo invece un tantino nelle sue digressioni più tradizionali, non foss'altro perchè già tanto è stato detto a riguardo nei suoi precedenti album.

7/10

Highlights: The river, Say hello, Falling angels, Fragile wind, Rainfall, Waiting (o mistress mine).

4.22.2006

The Books - Lost and safe (2005, Tomlab)

Si fa largo strisciando, avvicinandosi lentamente e silenziosamente; una chitarra, strani cut-up di campioni racimolati per la strada, archi al contrario, percussioni ricavate da rumori, voci fra il cantato e il parlato spesso doppiate-glitchate-sussurrate e un'atmosfera surreale e a volte inquietante, nel tentativo di modernizzare lontani echi di folk sporcando e quantizzando, strutturando i brani in modi intricati e facendo spesso leva su dissonanze e ritmi complicati. Non è un disco semplice, ma quando quelle melodie riescono ad entrarti nelle vene ti coglie alla sprovvista, lasciandoti senza parole.

8.5/10

Highlights: Tutto.

4.20.2006

Chicken Lips - Making faces (2006, Adrift)

Se conoscete “Echoman” e “Extended play” (i primi due album dei Chicken Lips), non commettete l’errore di aspettarvi un disco che abbia a che fare in qualche modo con il clubbing moderno. L’ingresso nella band di un cantante (Johnny Spencer) ha liberato in maniera drastica il progetto dalle catene che lo tenevano legato al mondo della dance; chi ha seguito attentamente l’evoluzione della band considerando i singoli (“Sweet cow” e “White dwarf”) e gli ultimi remix si è accorto del cambiamento in atto. E così “Making faces” suona come un disco electro-funk d’altri tempi (Sweet cow sembra un pezzo dei Tom Tom club, il riverbero sulla voce di “Aim fire” ricorda addirittura John Lennon), elettrico più che elettronico, totalmente cantato e strutturato in forma canzone (strofa-bridge-ritornello), impreziosito da arrangiamenti studiati e tecnici. Ora che siete avvisati potete tranquillamente immergervi nell’ascolto di un disco elegante e dalla produzione come sempre sopraffina.

8/10

Highlights: Sweet cow, Without sound, Hot love, Aim fire (xdc), White dwarf.

4.19.2006

The Dead 60s - The dead 60s (2005, Epic)

Quando la moda del punk-funk viene contaminata dalle vibrazioni in levare tipiche del reggae/dub e dello ska; i brani corti e incisivi dal ritornello facile rendono la digestione di questo disco estremamente semplice, ma ne limitano inevitabilmente la longevità.

7/10

Highlights: Riot radio, Train to nowhere, Red light, Ghostfaced killer, Loaded gun, The last resort, You're not the law.

Oliver Huntemann - Fieber (2006, International Dj Gigolò)

Personalità e stile; le 12 tracce raccolte in "Fieber" (la maggior parte dei quali pubblicate in tempi recenti su due vinili) descrivono l'Huntemann-pensiero in quanto a suoni e approccio alla pista da ballo. Disco music scarna e fredda, che si basa su efficaci giochi di delay ("Rubin" e "Black ice" in collaborazione con l'amico Stephan Bodzin), ossessivi loop di basso controbilanciati da strambi giochetti di hi-hats ("French fries"), ritmiche nervose e instabili ("Flesh" e "Matchbox") e una punta di melodia nell'episodio cantato da Chelonis R. Jones ("Scary love"); il tutto puntualmente condito da noise e distorsioni come rombi di motore (Oliver non ha mai nascosto la sua passione per la formula 1...). Personalità e stile, dunque; ma anche un filo di monotonia, che, sebbene non incida tanto sul giudizio complessivo del disco (sicuramente interessante), pone qualche dubbio in quanto alle convinzioni della Gigolò, che crede fermamente che il 2006 sarà l'anno di H-Man.

7.5/10

Highlights: Black ice, Cracker capers, Scary love, Rubin, French fries, Flesh.

4.18.2006

The Dining Rooms - Versioni particolari 2 (2006, Schema)

Raccolta di rivisitazioni dei pezzi contenuti nell'ultimo soulfulissimo "Experiments in ambient soul"; spiccano i lavori di 7 Samurai, Parov Stelar, Yam Who?, Fedreghini & Bianchi, Gecko Turner e Madrid De Los Austrias. Ottimi anche i due inediti, " Ocean" e "White riot".

7.5/10

Highlights: Ocean, No problem (7 Samurai Vocal Mix), Destination moon (Parov Stelar Remix), The world she made (Yam Who? Rework), Thin ice (Paolo Fedreghini & Marco Bianchi Remix), Milano calibro 9 (Gecko Turner Remix - Madrid De Los Austrias Mix).

4.17.2006

Swayzak - Route de la slack - Remixes & rarities (2006, !K7)

L'importanza degli Swayzak nello sviluppo della cultura elettronica non si discute, a maggior ragione di questi tempi dove la tendenza al minimale spadroneggia a destra e a sinistra; dal primo "Snowboarding in Argentina" del 1998 (tassello fondamentale della tech-house) fino all'ultimo "Loops from the bergerie" (di gran lunga più pop) James Taylor e David Brown hanno saputo mantenere uno stile invidiabile. Lo stesso stile che si sente negli undici remix qui raccolti; può cambiare il bpm (dai ritmi lenti della cinematica “Sonata for Petra” al tiro quasi rock del “Big smoke rework”di Human degli Slam) e l'atmosfera (dal respiro dub di “People of the book” alle percussioni latineggianti del jazzato mix di “Smoke on the water” di Senor Coconut), ma l'attitudine è sempre quella e il suono che ne fuoriesce è pulito, cristallino e raffinato. Meno importante ma altrettanto rappresentativo è il cd 2, che contiene dieci tracce fra b-side e rarità destinate ai fan più hardcore del duo.

8/10

Highlights: Smoke on the water (Swayzak En La Clusaz Mix), Fantomas (The Darkfarmer Chopped It Remix), Tic Toc (Swayzak Remix), Random access memory (Swayzak Superico Mix), Sonata for Petra (Baby Into Babylon Mix), Experimental child (Swayzak-Not-Swayzak Mix), Changes (Swayzak Darkfarmer Remix).

I Am Kloot - I am kloot (2003, Echo)

Forse meno d'impatto rispetto al primo Natural history, ma con un paio di ascolti in più ti entra dentro uguale, soprattutto per merito dei brani più lenti. L'uno-due "Here for the world" e "A strange arrangement of colour" è un prezioso avvertimento che prepara all'ascolto del pezzo più riuscito del disco, "Mermaids", di Radiohead memoria; "Proof" e "Sold as seen" riportano il mood su toni più spensierati, mentre con "Not a reasonable man" e "The same deep water as me" si ritorna definitivamente verso lo stile alternative folk della band (chitarra acustica e voce riverberata in primo piano assoluto), a rafforzarne l'identità. Notevole anche la maggiore maturità per quanto riguarda i testi, ricamate poesie a metà fra speranza e malinconia.

8/10

Highlights: From your favourite sky, Here for the world, A strange arrangement of colour, Mermaids, Not a reasonable man, The same deep water as me.

4.15.2006

Tori Amos - Scarlet's walk (2002, Epic)

Un'incantevole fiaba.

8/10

Highlights: Amber waves, A sorta fairytale, Strange, Don't make me come to Vegas, Your cloud, I can't see New York, Taxi ride, Another girl's paradise, Scarlet's walk, Gold dust.

I Am Kloot - Natural history (2001, We Love You)

L'esordio sulla super-cult We Love You; indie rock contaminato in maniera evidente da tradizioni folk che certe volte sfiorano il country (quantomai strano considerato il fatto che i tre sono inglesi) mentre altre volte prendono in prestito delle classiche strutture blues. Eternamente fresco.

8/10

Highlights: To you, No fear of falling, Storm warning, Stop, Sunlights hits the snow, Twist, Because.

4.11.2006

Tigerskin - Back in the days (2004, Resopal Schallware)

Malgrado tutto l'hype che circonda il progetto Tigerskin (aka Alex Kruger) temo di non riuscire a cogliere l'essenza dei suoi innumerevoli remix e produzioni che circolano di questi tempi; figuriamoci questo disco del 2004 che mi suona come un nostalgico tributo ai primi passi della house music (in particolare rimanendo sul versante più acidico) ben fatto, ma di certo non entusiasmante o memorabile. Si distinguono "Give me more music" e "Number one" che almeno possono contare su dei vocalizzi che non lasciano indifferenti.

6/10

Highlights: Give me more music, Work ya bodee, Number one.

Incubus - A crow left of the murder (2004, Epic)

Energiche vibrazioni positive; rock ben scritto e ottimamente suonato.

8/10

Highlights: Megalomaniac, Agoraphobia, Talk shows on mute, Pistola, Southern girl, Smile lines, Here in my room.

4.10.2006

Various - Atlantic Jaxx Vol.2 (2006, Jaxx)

Raccolta di remix e inediti a firma Basement Jaxx; quello che ti aspetti (i party-beat pazzi e le tipiche escursioni latineggianti) e qualche sorpresa (un paio di momenti di laid back funk). Essenziale per gli hardcore fan, dimostrazione di genio per tutti gli altri.

8/10

Highlights: U took my love, Help myself, We r computa, Holdin' me, I love you babe, Betta daze, Don't stop.

Fused - Audio (2001, Sony)

Funky-loungy-housy; valido per arrangiamenti, pulizia del contesto sonoro e qualche linea melodica indovinata, ma non entra nelle vene.

6/10

Highlights: Hey girl, Saving Mary, Twisted, Terror, Twisted (Reprise).

4.08.2006

Adult. - Gimmie trouble (2005, Thrill Jockey)

Trentotto minuti di punk elettronico, con tanto di riff distorti e sgangherati, voce urlicchiata caracollante e sound effects nevrotici da b-movie fantascientifico. Può stancare, non è un capolavoro, ma la produzione è impeccabile.

7.5/10

Highlights: Gimmie trouble, Scare up the birds, Disappoint the youth, In my nerves, Lovely love.

4.05.2006

Gomez - Liquid skin (1999, Virgin)

Rock prevalentemente acustico contaminato dalle più varie influenze; gli arrangiamenti sofisticati che non si vergognano di fare l'occhiolino al jazz, i vocalizzi e le armonizzazioni che suonano blues (ma si sente che hanno appreso le lezioni della Seattle 90) e gli stralci di tradizioni folk virate alternative fanno di questo "Liquid skin" un disco davvero interessante.

8.5/10

Highlights: Hangover, Bring it on, Blue moon rising, Las Vegas dealer, We haven't turned around, Devil will ride.

4.03.2006

Grooverider - Mysteries of funk (1998, Higher Ground)

Raymond Bingham è un producer con un passato acid e techno che a metà anni 90 ha raccolto al volo il messaggio della drum'n'bass, contribuendo alla diffusione di questo stile mescolandolo con un po' di jazz; Mysteries of funk rimane ad oggi il suo unico album, e forse anche per questo rappresenta un tassello fondamentale nella cultura jungle.

8/10

Highlights: Cybernetic jazz, Rainbows of colour, Time & space, Where's Jack the Ripper, Rivers of Congo, 560 degrees.

Mary J. Blige - The breakthrough (2005, Geffen Records)

Con quindici anni di carriera alle spalle rimane un punto di riferimento indiscusso nel giro r&b; a questo disco collaborano Justice, will.i.am, Jay-z, Raphael Saadiq e perfino Bono nella elegante cover di "One".

7.5/10

Highlights: About you, Be without you, Can't hide from luv, Mjb da mvp, Can't get enough, Ain't really love, I found my everything.

4.01.2006

Lemn - Advice for the living (2000, Lounge Records)

Bluesy poesia anno zero.

8/10

Highlights: Hey diddle diddle, Architecture, The elevator, The millenium came at the wrong time, Invisible kisses, You're perfect, Yours.

Massive Attack - Collected (2006, Virgin)

Senza dubbio il progetto che meglio ha rappresentato l'evoluzione della musica alle soglie del nuovo millennio. Il termine "trip-hop" (in seguito inevitabilmente abusato, violentato ed ora in disuso) è stato coniato per descrivere il suono della scena di Bristol degli anni 90; e se tale suono si è diffuso ed è arrivato a contaminare la musica cambiandone alcuni concetti fondamentali gran parte del merito è da ascrivere ai Massive Attack. Nati da una frangia del collettivo Wild Bunch, la formazione originaria non si è conservata a lungo, ma da qui sono passati dei personaggi di un valore inestimabile; Shara Nelson canta nello shockante debutto "Blue Lines" del 1991 che contiene due perle come "Safe from harm" e "Unfinished sympathy", Tricky rappa sul capolavoro dub/ragga "Karmacoma" mentre Tracey Thorn presta la sua inafferrabile voce sia a "Better things" che alla splendida title track dell'altrettanto splendido "Protection" del 1994 (al quale collabora anche un compositore del calibro di Craig Armstrong in "Heat miser" e "Desert storm"), Elizabeth Fraser fa spiccare il volo alla band con quel capolovoro che è "Teardrop" (come se non bastasse l'ipnotica "Angel" a fare scalare le classifiche a "Mezzanine" nel 1998), e infine una rediviva Sinead O'Connor emoziona con le malinconiche "Special cases", "A prayer for England" e "What your soul sings" nell'ultimo struggente "100th Window" che risale al 2003, nel quale fa capolino anche Demon Albarn. L'inedito "Live with me" è una gemma soul con Terry Callier al microfono. Imprescindibile.

9.5/10

Highlights: Tutto.

Grandaddy - Excerpts from the diary of Todd Zilla (2005, V2)

Esattamente quella malinco-ironia che ti aspetti dai Grandaddy.

8.5/10

Highlights: Tutto.